I semi di lino sono usati tradizionalmente, nell'alimentazione dei cavalli, per migliorare l'estetica di mantello, criniera e coda di questi animali e per offrire un rimedio contro le coliche da costipazione, dato che i semi di lino hanno proprietà rinfrescanti ed emollienti.

I semi di lino vanno utilizzati in maniera adeguata se si vogliono mantenere le proprietà benefiche potenziali date dalla loro somministrazione nella dieta equina.

I semi di lino contengono infatti glicosidi cianogenici, che vengono attivati ​​dagli enzimi nel seme per formare cianuro. Finché il seme è intatto, non c'è sviluppo di cianuro ma quando è esposto all'aria o all'acqua si verifica la conversione in cianuro. Più lunga è l'esposizione, maggiore il rischio.

Questo è il motivo per cui i nutrizionisti raccomandavano di servire il pastone di semi di lino il prima possibile una volta macinato. In passato, quando i semi di lino erano parte integrante di molte diete equine, il lino veniva bollito per ammorbidire il guscio esterno duro. Quando i semi di lino vengono bolliti infatti, l'enzima si disattiva e il prodotto alimentare che ne deriva, scolata l'acqua di cottura, non è più tossico. D'altra parte, se il lino viene messo in acqua fredda e portato a ebollizione, ci sarà una produzione di cianuro. I semi di lino dunque dovrebbero essere aggiunti in acqua solo quando questa ha già raggiunto la temperatura da ebollizione.

Un'alternativa a questo procedimento di cottura, è servire i semi di lino interi al cavallo. I semi di lino al naturale possono essere dati al cavallo senza rischi per la produzione di cianuro perché l'acido nello stomaco denatura gli enzimi. I semi di lino interi vengono masticati dal cavallo in modo abbastanza efficace e possono avere qualche effetto sul mantenimento del buon movimento della peristalsi per una corretta digestione, poiché le pectine nel lino formano un gel glutinoso, tipo mucillagine, che ammorbidisce le feci. Alcuni semi, tuttavia, possono sfuggire alla digestione.

Per questo motivo ai semi di lino interi si può preferire il lino premacinato acquistato in commercio già "stabilizzato", un processo di riscaldamento che denatura l'enzima, quindi è considerato sicuro da servire così com'è. Il prodotto stabilizzato può essere refrigerato dopo l'apertura per prolungarne la durata.

Si prega di notare che la farina di lino e il lino macinato non sono la stessa cosa. La farina di lino è il prodotto rimasto dopo l'estrazione dell'olio dal seme. Il lino macinato è il seme intero che è stato macinato in modo che abbia lo stesso contenuto di grasso del seme intero.

La farina di semi di lino, che è dunque un sottoprodotto della produzione di olio di lino, è comunque ricca di proteine, relativamente ricca di fibre, ha un basso contenuto di lisina ed è considerata una buona aggiunta nei mangimi composti per animali da allevamento e da reddito.

Per coloro che non vogliono rinunciare ai grassi dei semi interi, una modalità ulteriore di somministrazione è l'olio. È molto importante che si tratti di un olio di alta qualità alimentare; solo in questo caso infatti sarà ricco di vitamine ed oligoelementi essenziali facilmente assimilabili dal cavallo. L'olio ha anche un effetto positivo sui processi meccanici di digestione.

L'olio di semi di lino è costituito principalmente da gliceridi di acidi grassi essenziali, acido linoleico e gamma-linoleico e proteine. Contribuisce a migliorare l'aspetto della pelle e del pelo e favorisce la digestione del cavallo. Contiene vitamina E, un potente anti ossidante utile al mantenimento delle funzioni cellulari. L'olio di lino necessita di una buona conservazione in contenitori possibilmente che non facciano passare la luce e di essere riposto al fresco una volta aperto il flacone per non irrancidire.