Gli animali utilizzati per la sperimentazione scientifica potranno essere adottati dalle famiglie.
In data 28 marzo 2022, G.U. 73, è pubblicato il decreto (vedi in calce) che sancisce, previo parere favorevole del medico veterinario, che gli animali utilizzati per la sperimentazione possano essere reinseriti in un habitat adeguato o in un sistema di allevamento appropriato alla loro specie, anche avvalendosi dell'aiuto delle associazioni animaliste riconosciute.
Il decreto pubblicato in Gazzetta qualche giorno fa mostra i requisiti per lo svolgimento delle attività di reinserimento. Gli enti e le strutture che dispongono di animali da reintrodurre devono inviare la proposta di affidamento alle associazioni individuate dal Ministero della Salute stesso: “Lo stabilimento affidatario espletato il programma di reinserimento può collocare l’animale da compagnia in ambito familiare”, si legge nel decreto.
Le specie impiegate. Se i roditori si confermano gli animali più utilizzati (80%), la sperimentazione viene effettuata anche su conigli (3%), scimmie (1%), cani e gatti. Non mancano poi rettili, anfibi e pesci (9,6%) e gli uccelli (6%), mentre cavalli, asini e ibridi, suini, caprini, ovini e bovini rappresentano soltanto l’1%.
I luoghi della sperimentazione. La sperimentazione su animali vivi avviene nei laboratori delle industrie chimiche e farmaceutiche, delle università, degli ospedali e degli istituti di ricerca pubblici.
Il business degli animali da laboratorio. La sperimentazione alimenta un giro d’affari che coinvolge gli allevamenti di animali da laboratorio, le aziende che producono le relative attrezzature, gli stabulari che dispongono gli esperimenti sulle cavie, oltre all'industria farmaceutica e chimica che vende i frutti di quegli esperimenti. Il tutto rende arduo passare a metodi alternativi di sperimentazione, pur già disponibili per molte attività di ricerca.
Roberta Ravello: "Sarebbe stato meglio abolire la sperimentazione sugli animali, speriamo che questo sia un provvedimento che sancisca il percorso verso una progressiva riduzione, fino alla totale sostituzione con metodi alternativi, che non prevedono l'utilizzo di creature vive. Il progresso infatti non deve conoscere limiti, soprattutto nel risparmio di sofferenza e nell'avanzamento dei diritti per tutti gli abitanti del pianeta, animali inclusi".