Capita spesso, girando per la rete o per maneggi, di trovare persone ancora convinte che l'etichetta NON DPA tuteli i cavalli dalla macellazione. Piuttosto che persone che diffondono ignoranza volontaria per favorire l'usa e getta dei cavalli scacciapensieri. Come se esistesse una mutua per i cavalli NON DPA, per cui altri saranno costretti a mantenere quei cavalli fino all'ultimo respiro. Il NON DPA è spesso un cortocircuito per il gioco dello scaricabarile, non favorisce ad oggi la tracciabilità dei cavalli e la loro morte naturale.
Ed è ingannevole diffondere una tale percezione errata di tutela del cavallo, portando le persone a sottovalutare il rischio di incauta cessione del loro equino a terzi. E' una bolla speculativa, tesa solo a rafforzare gli interessi economici in gioco, non gli interessi dei cavalli alla tutela del loro diritto alla vita e a una pensione a fine carriera.
Cerchiamo di capire, innanzitutto, cosa significa NON DPA, equino non destinato al consumo alimentare umano, un'etichetta che sin dal suo nascere era intesa a proteggere esclusivamente i consumatori di carni rosse, visto che i cavalli che praticano agonismo sono spesso sottoposti a trattamenti sanitari vietati su animali allevati per il consumo.
Chi possiede cavalli NON DPA non è tenuto ad un registro dei farmaci, visto che non alleva per il macello, e quindi può somministrare al cavallo farmaci altrimenti vietati, con nessun controllo, escluso quello dell'antidoping che verte solo alcune categorie di agonismo piuttosto elevate.
Ed è così che il NON DPA finisce per non tutelare affatto il cavallo. Favorisce:
- l'iper somministrazione di farmaci inibitori del dolore che sforzano i cavalli oltre i loro limiti (farmaci del tutto vietati per cavalli macellabili)
- non obbliga nessuno, né lo stato, né i proprietari, né gli enti sportivi, a pensionare il cavallo a fine carriera
Se il NON DPA fosse stato messo a punto per la tutela equina, avrebbe obbligato al mantenimento del cavallo fino a morte naturale. Gravando con sanzioni gli abbandoni. E costituendo un fondo ad hoc per gli equili. Come avviene per gli animali d'affezione riconosciuti come pets: cane e gatto.
Le zoomafie hanno le mani in pasta in interi circuiti di riciclo e abbatimento di cavalli, dai trasporti agli impianti di macellazione, dove DPA -NON DPA non è percepito. Se anche un cavallo NON DPA è macellato, si tratterebbe di un reato di contraffazione alimentare, punito con una multa nel caso ci sia un intervento dei NAS prove alle mano che i cavalli processati erano registrati come non non macellabili.
Riassumendo:
- EQUINO DPA Il cavallo è destinabile alla macellazione, non può fare trattamenti sanitari pericolosi per la salubrità delle carni, il proprietario deve tenere il registro dei farmaci, almeno in teoria l'allevamento è sottoposto a controlli periodici dei servizi di sanità pubblica animale per la tutela dei consumatori.
- EQUINO NON DPA Il cavallo non è destinato alla macellazione, il proprietario non è tenuto a un registro dei farmaci e a controlli da parte dei servizi della sanità pubblica per la salubrità - ai fini della carne - degli animali allevati.
- In entrambi i casi il proprietario è libero di alzarsi alla mattina e chiamare il commerciante perché porti via il cavallo.
- In entrambi i casi il proprietario è libero di scaricare dal web un modulo amministrativo di furto e smarrimento equino e inviare tale modulo all'anagrafe equidi, con cui si libera di responsabilità morali, materiali e penali sulla proprietà del cavallo.
- In nessuno dei due casi il proprietario è tenuto per legge a mantere il cavallo fino all'ultimo respiro.
Ergo, nell'attuale inquadramento giuridico e prassi italiana, ai cavalli del DPA/NON DPA non frega nulla, perché nessuna delle due etichette garantisce un trattamento migliore prima, durante e dopo la carriera sportiva. Al cavallo interessa avere un proprietario che ha a cuore non le etichette, ma la sua salute, il suo benessere, la sua dignità. Un proprietario onesto, compassionevole, e che faccia le scelte migliori e lungimiranti per il risparmio delle sue sofferenze.
L'amore non è un'etichetta, è un fatto che si dimostra con la responsabilità morale e materiale.