Avrebbe acquistato cavalli sportivi da allevamenti olandesi e belgi allo scopo di rivenderli ad un prezzo maggiorato, ma non li avrebbe mai pagati.
Con questa accusa, ovvero truffa, è finito a processo civile un 29enne carpigiano molto noto nel settore degli sport equestri, cavaliere di salto ostacoli, ma anche commerciante di cavalli.
Secondo l’accusa, l'uomo si sarebbe fatto mandare dagli allevamenti situati all’estero cavalli di valore in conto vendita, pagandoli poi con bonifici falsi che gli allevatori dei Paesi Bassi non avrebbero potuto incassare.
Il tutto per un giro d'affari, in termini economici, stimato dall'accusa sui 4-5 milioni di euro.
Il processo a carico del cavaliere è nato in seguito ad un’azione civile mossa da Bart Gommeren, rappresentante legale della BG Sporthorses International, uno degli allevatori olandesi che non avrebbe ancora ricevuto nessun pagamento per la cessione dei propri cavalli.
In seguito all’azione civile dell’allevatore, è stato poi emesso un decreto ingiuntivo europeo. La difesa ha chiesto il rito abbreviato.
Le parti civili costituite a processo sarebbero 4, tra cui l'allevatore olandese.
Al centro della disputa anche un cavallo speciale, Irish Coffee, che fa parte di quelli che erano del Gommeren, venduto in conto vendita in Italia e che si è rivelato un campione di sport equestri, ma di cui Gommeren rivendica di non aver ricevuto il giusto compenso dalla vendita e che secondo lo stesso varrebbe all'incirca due milioni di euro.
Ebbene, è stato sequestrato dal Tribunale di Modena l'8 Novembre scorso, per essere trasportato e custodito in una scuderia di Orbassano, nel torinese, in attesa che il Tribunale medesimo decida in merito alla disputa.
Il tutto a pochi giorni dal giro della coppa del mondo in programma il 12 novembre, giornata conclusiva della FieraCavalli, dove alcuni media generalisti titolano che Irish Coffee avrebbe dovuto, o potuto, partecipare.
Riporta comunque l'Avv. Mattia Grassani del Foro di Bologna in difesa del suo cliente accusato, che "è assolutamente erroneo – non supportato da alcun dato – il fatto che il cavallo sia “stimato intorno ai due milioni di euro”, sol pensando che lo stesso, in realtà, ha un valore di poco superiore a qualche centinaia di migliaia di Euro". Aggiunge che il cavallo non era presente a Verona, non avrebbe dovuto partecipare ad alcuna competizione e, conseguentemente, la mancata partecipazione alle gare di Verona non dipende dal sequestro. E chiarisce infine altri punti della questione in difesa del suo assistito, come quello che non sia stato sospeso e non abbia dovuto pagare sanzioni alla FISE.
Giustizia sportiva e diritto d'azione
Infine, questa vicenda ha avuto un risvolto in giustizia sportiva. Il cavaliere/commerciante era stato squalificato nel 2022 per 6 mesi e multato di 2mila euro, a seguito della denuncia di Gommeren alla procura federale della FISE per l'ipotetica truffa in compravendita di cavalli sportivi. Il Tribunale di appello però ha annullato la sentenza sulla stregua del fatto che né Gommeren, né la Società che egli rappresenta sono tesserati FISE. Ne consegue che essi non erano legittimati a presentare il ricorso che deve essere dichiarato inammissibile.
Con questa clamorosa sentenza d'appello, i giudici amministrativi introducono il tema del diritto d'azione.
Questa decisione della FISE ci lascia interdetti. Allora, se presentiamo noi (o chiunque altro non sia tesserato FISE e magari per validi motivi, vedi un caso di abuso sessuale di minore, o di maltrattamento di cavalli) un esposto, visto che Horse Angels non è un ente affiliato alla FISE, e otteniamo una condanna, in appello può essere annullata perché non siamo affiliati FISE? Qualche condanna negli anni l'abbiamo ottenuta, speriamo non siano ora messe in pericolo le future azioni di esposti per questo principio enunciato del diritto d'azione in esclusiva agli affiliati FISE.