A un veterinario tedesco è stato ordinato di pagare 250.000 euro in danni per la perdita di un cavallo da dressage da gran premio di proprietà di un membro della famosa famiglia austriaca di cristalli Swarovski.
Un tribunale regionale di Monaco il 9 gennaio 2020 ha respinto l'appello del veterinario contro una sentenza del tribunale inferiore, ordinandogli di pagare 250.000 euro alla proprietaria di Donna Asana.
La cavalla era considerata una speranza per le Olimpiadi di Londra quando morì nel 2010, poco dopo che il veterinario le iniettò sostanze omeopatiche per curare il raffreddore. Il tribunale ha stabilito che l'imputato non ha correttamente informato la proprietaria, Evelyn Haim-Swarovski, in merito ai rischi del trattamento.
L'equestre austriaca Evelyn Haim-Swarovski aveva inizialmente richiesto 1,75 milioni di euro per la morte di Donna Asana.
Donna Asana era una cavalla danese a sangue caldo di 9 anni, figlia di Don Schufro e Diamant, quando Evelyn Haim-Swarovski la acquistò nel febbraio 2009 per la cifra richiesta come risarcimento in primo grado.
Allevata da Anna Marie Blicher Jacobsen, Donna Asana era addestrata dall'olimpionico danese Lone Jorgensen dall'età di 5 anni, prima dell'acquisto da parte di Evelyn Haim-Swarovski all'età giusta per le competizioni di alto livello di dressage.
Shock anafilattico
Alla fine di dicembre 2010, Donna Asana soffriva di un lieve raffreddore. Il veterinario le iniettò un rimedio omeopatico, ma il cavallo subì successivamente uno shock anafilattico e morì il 29 dicembre 2010.
Una causa di dieci anni
- La Swarovski intentò una causa presso il tribunale regionale di Monaco subito dopo la morte della cavalla nel 2010, chiedendo inizialmente 1,75 milioni di euro, il prezzo di acquisto della cavalla.
- Il 9 gennaio 2020, dopo 10 anni di processo civile, la causa si è conclusa definitivamente in appello con un risarcimento ai danni del veterinario tirolose per 250.000 euro.
La motivazione della sentenza
La Corte ha stabilito che il valore del cavallo era significativamente inferiore al prezzo di acquisto al momento del decesso. Il veterinario accusato aveva fatto appello contro la sentenza del tribunale regionale di grado inferiore. Con questa sentenza d'appello, non ci possono essere più gradi di giudizio. Il magistrato civile Thomas Steiner ha sostenuto che il trattamento omeopatico di per sé non fosse sbagliato, ma l'errore è stato non informare la proprietaria sui rischi e sui possibili pericoli del trattamento, in particolare sul rischio di morte.