Vicenza. Una madre lamenta che a due anni dalla denuncia per abuso su figlia di 13 anni da parte di istruttore di equitazione del vicentino, l'adolescente non sia ancora stata ascoltata dall'inquirente.

Prima le richieste di abbracci e gli apprezzamenti. Poi sarebbero cominciati i ricatti, le domande sulle abitudini sessuali e l’ordine di non raccontare nulla ad anima viva. Infine, i palpeggiamenti e la minaccia di stupro.

Sempre la madre riporta sulle pagine de "Il giornale di Vicenza", che dopo di loro altre 3 famiglie hanno sporto denuncia nei confronti dell'istruttore che, nel frattempo, continua a lavorare a contatto con minorenni.

In base alla denuncia presentata ai carabinieri dai genitori della ragazza, gli abusi sarebbero cominciati nel maggio del 2020. All’epoca la minorenne frequentava un maneggio nel Vicentino.

In più di un’occasione l'istruttore avrebbe chiesto alla ragazzina di corrispondere alle sue attenzioni in cambio di un trattamento favorevole per il cavallo della minore. L’adulto avrebbe poi sottolineato in diverse circostanze alla ragazza di non raccontare a nessuno delle loro conversazioni, perché non le avrebbero creduto.

Le pressioni sono andate in crescendo fino a che la ragazzina ne ha parlato a scuola, e la scuola ha contattato la famiglia che ha interrotto i rapporti con il maneggio.

Parlandone con altre famiglie del circolo, altre 3 poi avrebbero sporto denuncia insieme per analoghi comportamenti abusivi.

Il Codice rosso

La procedura del Codice rosso, che prevede un canale preferenziale per tutelare le vittime di violenza domestica e di genere, è entrata in vigore nell’agosto del 2019, ovvero due anni prima dei fatti raccontati dalla giovane. Tra le novità introdotte dalla norma c’è anche quella che la presunta vittima deve essere ascoltata entro tre giorni dall’iscrizione del procedimento. «Mia figlia, però, non è mai stata ascoltata in audizione protetta», puntualizza la madre. Una circostanza confermata anche dal legale che assiste la ragazza e la sua famiglia, l’avvocato Ivo Candeago. Quest’ultimo, avrebbe appena chiesto di poter accedere nuovamente agli atti del fascicolo per capire qual è la situazione.

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