Una delle principali preoccupazioni per il benessere dei cavalli è la mancanza di riconoscimento della paura nei cavalli. Questo studio mirava a comprendere quanto bene i proprietari/detentori di equini riconoscano la paura e/o l'ansia nei cavalli intervistando comportamentisti equini (che interagiscono con un gran numero di proprietari/detentori e parlano con loro di questo argomento regolarmente).
Sono state esaminate le esperienze dei comportamentisti equini registrati dall'ABTC (Animal Behavior and Training Council) che lavorano con i caregiver, inclusa la capacità dei clienti di riconoscere la paura e/o l'ansia nei cavalli, come i clienti rispondono quando discutono della paura come motivo del comportamento del loro cavallo e quali spiegazioni usano i partecipanti per spiegare la paura e l'ansia.
Le interviste semi-strutturate sono state condotte con nove partecipanti e analizzate utilizzando l'analisi tematica prima di essere redatte per riflettere i punti di discussione. Alla domanda su quanto bene gli operatori sanitari riconoscano la paura e/o l'ansia nei cavalli, sono emersi tre temi chiave di risposta: gli operatori sanitari sono estremamente scarsi nel riconoscere la paura e l'ansia nei cavalli; alcuni clienti riconoscono i segni comportamentali che indicano paura e/o ansia, ma solo i segni palesi (per es., impennarsi, scappare) piuttosto che i segni più sottili (per es., tensione sul viso, comportamenti sottili di evitamento come un'andatura esitante); e il comportamento di paura e/o ansia è spesso frainteso o etichettato erroneamente.
Questi temi chiave sono ricorrenti in molte altre domande dell'intervista. Questo studio ha fornito le prime intuizioni sulla mancanza di riconoscimento della paura e dell'ansia dei cavalli da parte dei loro caregiver nel Regno Unito, nonché approcci collaudati alle conversazioni per cambiare questa situazione. Tale sintesi di esperienze e tecniche in tutto il settore del comportamento equino, insieme alle informazioni ottenute sulla percezione dei caregiver equini, potrebbe essere un approccio prezioso per migliorare l'efficacia delle consultazioni comportamentali e delle iniziative di benessere.
Parole chiave: comportamento equino; paura equina; comportamento del cavallo; percezioni del proprietario.
In sostanza, lo studio dice che la maggior parte dei proprietari, detentori e operatori della filiera non riconosce l'ansia fino a quando non c'è un evidente problema comportamentale. Ma perché questo ritardo nel riconoscere l'ansia e la paura nel cavallo?
Uno dei motivi principali è che alla maggior parte di noi è stato insegnato a rispondere al comportamento dei cavalli, non alle loro emozioni.
Se proprietari, detentori e operatori del cavallo conoscessero meglio la psicologia equina e si dessero il tempo di osservare meglio il cavallo prima di intraprendere una azione, forse molti incidenti potrebbero essere evitati.
Esempio. Il cavallo non è collaborativo per attraversare un ponte su cui non è mai passato. Reazioni.
a) Chi lo cavalca comincia a frustare, spronare con lo sperone, dare voce e imporre l'attraversamento con rinforzi negativi se il cavallo non collabora.
b) Chi lo cavalca accetta l'esitazione del cavallo, scende, conduce il cavallo a mano mostrandogli che non c'è nulla da temere e lo ricompensa a missione compiuta. Poi torna indietro e riattraversa il ponte a cavalcioni del cavallo, per mostrargli che non c'è nulla da temere e lo ricompensa nuovamente. Infine procede nella direzione dove voleva andare, riattraversando il ponte e tirando diritto.
In quale delle due situazioni il cavallo, secondo voi, la volta successiva che dovrà attraversare il ponte si mostrerà meno ansioso e timoroso? In quale delle due situazioni è più probabile una caduta dal cavallo?
E' chiaro che, se chi conduce il cavallo ha fretta e vuole procedere fuori dal tempo del cavallo, non lascerà un buon ricordo all'animale e la volta successiva in cui il cavallo dovrà passare lo stesso ponte, potrebbe ricordarsi l'esperienza negativa precedente e mostrare ansia nel ripetere l'attraversamento. Un cavallo ansioso e fuori controllo è più probabile che determini un incidente.
La differenza in questi risultati mostra il valore di riconoscere i primi segni di ansia. Ciò non richiede anni di studio del comportamento del cavallo; ci vuole solo empatia e predisposizione. Proprietari e detentori sarebbero maggiormente incoraggiati a comprendere la psicologia equina quando gli operatori professionali cui si affidano fanno lo stesso, dando il buon esempio, a partire dall'istruttore di equitazione, al maniscalco, al veterinario e via dicendo.
Ai cavalli, generalmente, non importa chi comanda; vogliono sentirsi al sicuro e si lasciano condurre più volentieri da coloro che sono in grado di trasmettere un senso di protezione, calma e sangue freddo. Sintonizzare le loro emozioni è una parte essenziale per guadagnare fiducia e fornire quella sicurezza in modo che possano diventare partner volenterosi che si prendono cura di noi perché sanno che ci prendiamo cura di loro. Come essere quel tipo di partner, cui il cavallo si affida volentieri, dovrebbe essere parte integrante del percorso di formazione di ogni persona che ambisca ad avere un cavallo o lavorare con i cavalli.
Lo studio:
Percezioni di paura e ansia nei cavalli come riportato nelle interviste con comportamentisti equini
Di Suzanne Rogers, Catherine Bell
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36359029/