Carabinieri, sgominata banda di rom a Reggio Calabria, 20 arresti. Decine gli episodi criminosi: furti in abitazione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, alla detenzione abusiva di armi, dallo smaltimento illecito di rifiuti, alle truffe con sottrazione di mezzi da lavoro, di motoveicoli, di ciclomotori, di cavalli.
E’ partita il 10 settembre 2020, una maxi-operazione dei Carabinieri della Compagnia di Locri, in Ardore (RC) e Bovalino (RC), in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Locri, nei confronti di 23 elementi (14 dei quali in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 3 al divieto di dimora nei comuni di Ardore e Bovalino), tutti appartenenti alla locale comunità rom indagati per associazione per delinquere finalizzata ad estorsioni, ricettazioni, riciclaggi, furti e truffe, nonché contro la fede pubblica, l’ambiente ed in materia di stupefacenti, aggravati dalla disponibilità di armi.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività d’indagine, sviluppata dal novembre 2019 dalle Stazioni Carabinieri di Ardore Marina e Bovalino, che hanno permesso di comprovare l’operatività di un gruppo criminale attivo nel territorio dei comuni locridei, riconducibile ad elementi appartenenti alle locali comunità rom – storicamente radicate sul territorio in posizione non conflittuale e non concorrenziale con la criminalità organizzata – che hanno pianificato e commesso delitti di rilevante gravità contro l’ordine pubblico, la persona, il patrimonio e la fede pubblica. In particolare, l’attività investigativa ha consentito di delineare gli assetti interni della consorteria, le responsabilità dei singoli associati in ordine all’organizzazione ed alla pianificazione dei delitti, alla scelta delle vittime ed alle modalità di attuazione. Inoltre, sono in corso approfondimenti volti ad indagare cointeressenze e contatti esistenti con le locali cosche di ‘ndrangheta.Nell’inchiesta, sono ricostruiti e documentati la molteplicità di episodi criminosi di rilievo, dai furti in abitazione, alla ricettazione, dallo spaccio di sostanze stupefacenti (eroina e cocaina), alla detenzione abusiva di armi e munizioni, dallo smaltimento illecito di rifiuti (materiali di risulta, pericolosi e speciali), alle truffe con sottrazione di mezzi da lavoro, di motoveicoli, di ciclomotori, di cavalli, anche con la partecipazione di soggetti di minore età e con la disponibilità di armi, effettuati nei comuni di Ardore, Bovalino, Bianco, Brancaleone, Caulonia, Locri, Marina di Gioiosa Jonica, Roccella Jonica, San Luca, Sant’Ilario dello Jonio e Siderno.
Con riferimento ai reati di truffa, l’associazione sfruttava siti di annunci online per individuare la merce ed “agganciare” le vittime (in alcune occasioni genitori costretti a vendere i propri beni per poter curare i figli affetti da gravi patologie). Riusciva, con artifizi e raggiri, a sottrarre o a farsi consegnare i beni in vendita, che, successivamente, rivendeva nel mercato nero o nel web.
Diversi furti in abitazione sono stati ricostruiti, avviando le investigazioni dalle denunce presentate da privati cittadini, vittime dei reati della comunità rom, specificatamente nelle ore notturne. La banda era solita guadagnare profitti anche dalla vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti del tipo eroina e cocaina. In particolare, le droghe erano occultate in intercapedini ricavate nei sottoscala e nelle pertinenze del complesso residenziale pubblico di Bovalino, utilizzato come base operativa, da dove veniva prelevato e ceduto agli acquirenti su richiesta.
Le indagini hanno consentito, inoltre, di individuare e riscontrare la presenza di armi nella disponibilità del sodalizio criminale. In particolare, il reggente dell’organizzazione supportato dal sodale, maneggiavano le armi anche in presenza dei bambini di età prescolare (4-5 anni).
Molteplici i reati ambientali commessi dagli indagati, che dietro compenso in denaro, effettuavano recuperi di rifiuti di vario tipo, dal materiale di risulta ai rifiuti pericolosi e speciali che, privi di alcuna autorizzazione e non curanti delle normative vigenti, smaltivano poi illecitamente anche in aree protette da vincoli paesaggistici ed ambientali (torrenti e valloni) con grave pregiudizio per l’ambiente e conseguente grave rischio idrogeologico.
Maltrattamenti su animali
Non ultimo, gli indagati si rendevano responsabili di maltrattamenti di animali. Sono stati documentati episodi nei quali hanno legato animali con violenza, mettendogli una corda al collo, li sollevavano per poi scaraventarli a terra, ove venivano colpiti con ripetuti calci dai figli minori. In un’altra occasione, dopo aver maltrattato delle galline, le gettavano vive in pasto ad un gruppo di cani chiusi in un recinto per osservare la scena.
GLI INDAGATI dell'Operazione Iceberg
In carcere sono finiti Attilio Amato, 57; Davide Amato, 29 anni; Pierino Amato, 29 anni; Cosimo Berlingeri, 36 anni; Francesco Berlingeri, 54 anni; Francesco Berlingeri, 19 anni; Antonio Alessandro Bevilacqua, 27 anni; Alessandro Bevilacqua, 30 anni; Damiano Bevilacqua, 42 anni; Gianluca Bevilacqua, 27 anni; Maurizio Bevilacqua, 49 anni; Roberto Bevilacqua, 39 anni; Iulian Florin Feraru, 34 anni; Cosimo Lavorata, 35 anni.
Ai domiciliari invece Mario Amato, 48 anni; Salvatore Berlingeri, 49 anni; Damiano Bevilacqua, 31 anni; Rocco Bevilacqua, 50 anni; Giuseppe Marrapodi, 56 anni; Bruno Todarello, 58 anni.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per B.D. di 33 anni; B.C. di 33 e A.A. di 19.
L’indagine che ha portato oggi al blitz è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Locri, Ardore e Bovalino. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Locri su richiesta della Procura della Repubblica locale.