In questi giorni è stata presentata alla Commissione Europea la richiesta di una normativa per vietare a livello europeo l’uccisione dei pulcini maschi negli allevamenti. A lanciare l’iniziativa i Governi di Francia e Germania, che entro il 2022 saranno i primi Paesi al mondo a vietare per legge questa pratica.

La Francia vieterà dal prossimo anno l'uccisione di pulcini maschi mediante schiacciamento o gassificazione, pratica più volte denunciata come barbara dai gruppi animalisti, e spingerà per una misura simile a livello europeo.  E’ quanto ha detto il ministro dell'agricoltura Julien Denormandie in un'intervista pubblicata sul sito del quotidiano Le Parisien, dove ricorda che ogni anno 50 milioni di pulcini maschi vengono uccisi in questo modo, mentre le femmine, future galline ovaiole, vengono mantenute in vita.

Dal 2022, gli allevatori in Francia dovranno invece dotarsi di macchine per rilevare il sesso dei pulcini prima che si schiudano: «La dinamica è a buon punto e, visti gli ordini già effettuati, le macchine saranno installate per i due terzi della produzione in Francia entro la fine del primo trimestre del 2022», ha aggiunto Denormandie.

Se l'opera di convincimento funziona, l’Unione Europea potrebbe presto dire addio all’uccisione sistematica dei pulcini maschi negli allevamenti: lunedì 19 luglio il Consiglio Agrifish, che riunisce i ministri di tutti gli Stati membri dell’UE impegnati nei settori di agricoltura e pesca, ha discusso la possibilità di porre fine a questa pratica come parte della prossima revisione della normativa in materia di benessere degli animali, prevista entro il 2023.

La proposta è stata presentata al Consiglio dalle delegazioni di Francia e Germania, supportate anche da Austria, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Spagna.

Gli Stati membri dell’UE si schierano dunque contro una pratica che, sebbene legale attualmente, è crudele.

L'animalicidio di pulcini maschi "inutili"

Solo sul territorio europeo, ogni anno vengono uccisi 260 milioni di pulcini maschi subito dopo la schiusa.

Una mattanza praticata degli allevamenti di uova, dove gli animali “redditizi” sono le femmine, e dall’industria della carne di pollo, dove si scartano gli animali deboli e troppo piccoli per finire sul mercato della carne. Gli animali in "surplus" vengono gassificati, soffocati o gettati all’interno di macchinari che li triturano ancora vivi.

Questa pratica è normata dal Regolamento CE n. 1099/2009 del 24 settembre 2009 relativo alla “protezione degli animali durante l’abbattimento“. La normativa prevede che sia legale qualsiasi metodo di eliminazione procuri la morte istantanea: “Il dispositivo deve essere munito di lame a rapida rotazione o protuberanze di spugna – si legge nel regolamento – La capacità del dispositivo deve essere tale che tutti gli animali, anche se numerosi, vengano istantaneamente uccisi”.

Dalla mattanza al controllo del sesso pre nascita

L’alternativa proposta è l’introduzione a livello europeo della tecnologia in-ovo sexing, che consentirebbe di stabilire il sesso del nascituro prima della schiusa delle uova.

In questo modo, verrebbe data espressione alla nascita solo di femmine. Questa tecnologia esiste già ed è stata messa a punto qualche anno fa in Germania, ma potrebbe diventare la norma in Europa.

Germania e Francia che hanno già abilitato questa tecnologia allevatoriale entro il 2022 diventeranno i primi due Paesi al mondo a vietare l’uccisione dei pulcini maschi negli allevamenti.

Un piccolo passo in avanti, doveroso, per limitare la crudeltà sugli animali allevati per il cibo.